Roberta Lo Schiavo è nata a Reggio Calabria il 27 settembre 1991.
Studia presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, dedicandosi alla pittura e alla fotografia, spaziando dalle tecniche classiche a quelle più contemporanee.
Roberta attraverso il mezzo della fotografia cerca di indagare le delicate dinamiche dei sentimenti attraverso l’immagine umana. Un equilibrio tra stati d’animo e corpi, legati da una trasformazione intima e costante. Realtà viva che non si ferma mai, muta velocemente e si scompone in luci e ombre che definiscono, sfiorano e nascondono volti, figure e sagome.
Nel 2012 è presente all’interno della mostra fotografica “Fotografi in Accademia”, a cura di F. Mento.
Dal 2013 entra a far parte del gruppo di fotografi denominato Equipe Argentique, fondatore della rivista “ARGENTIQUE – quaderno di fotografia classica”, per la quale opera anche come photo editor.
Nel 2015 il suo progetto fotografico “Behind what you see” è stato scelto dall’agenzia inglese Millennium Images; rientra all’interno della mostra del Premio Internazionale Limen Arte 2015, VII edizione, sezione giovani artisti italiani e stranieri, a cura di L. Caccia.
Nel 2017 la galleria “Kalòs studio d’arte” di Messina ospita la sua prima personale di opere pittoriche e fotografiche; consegue il Diploma Accademico di II livello in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.
Nel 2018 espone il progetto fotografico “La forma della Bellezza” all’interno della mostra collettiva “Sotto quel cielo – Il corpo e l’idea parlante” svoltasi alla Fondazione Giorgio Amendola di Torino a cura di L. Nazzaro e P. Mantovani; espone il video “Mutamenti” nella mostra collettiva “Ulysses” presso Fedele Studio a Nocera Inferiore a cura di M. Maiorino; le sue foto sono state esposte nel Padiglione Italia della Biennale Internazionale di Fotografia di Jinan, Cina, a cura di Zhang Hui, Guqunye e Athos Collura.
Nel 2020: Foto della copertina del romanzo “The Prettiest Star” di Carter Sickels, edito da Hub City Press; “Ritratto 35” del progetto “Behind what you see – Oltre ciò che vedi”.
John Keats